14 janvier 2014 0 Commentaire

Tiziana Morganti – Ritratto

Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro il grande cervello Leonardo da Vinci (1452 – 1519) aveva un bel dire, sapeva bene che il suo genio universale e “il suo talento incomparabile, la sua forza e la sua sorprendente destrezza” nontrovavano uguali. Così la mira era posizionata molto in alto, anche se i contempo-ranei di Leonardo come Michelangelo, Tiziano, Raffaello oppure gli architetti Bramante e Brunelleschi l’ hanno comunque raggiunto. L’uomo dalle mille risorse Giorgio Vasari ha immortalato tutti questi eroi rinascimentali nella sua opera “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architetti”.

 Tiziana-1

Tiziana Morganti invece sembra essere uscita da un dipinto di Botticelli! “L’unica cosa che distingue Tiziana da Tiziano è la “a” ”. Il critico d’arte Filippo Ferro ha coniato questa frase importante e così pone la mira personale dell’artista molto in alto nell’orizzonte artistico. Tuttavia, il modello da seguire per Tiziana è il grande Leonardo. E’ onnipresente nei suoi pensieri e nelle sue azioni. E’ anche il suo mentore spirituale; è citato e consultato da lei in continuazione, prima che lei – con il suo equilibrio celestiale – ponga un tratto o un traccio sulla tela.

Tiziana ha conseguito una formazione come grafica, e come tale ha lavorato per un certo periodo in una casa editrice di Roma, prima di trasferirsi per alcuni anni a Toronto/Canada. Nel 1999 Tiziana Morganti ha sentito il richiamo della patria, dove ha assolto un periodo di studio nelle Belle Arti. Da allora vive e lavora a Roma, conducendo una vita abbastanza ritirata.

 Tiziana Morganti La Metropolitana

Un grafica ha bisogno di pensieri chiari. Deve osservare e deve creare un ordine coomprensibile, apollineo, nel caos dionisiaco dell’ispirazione. La serie La cittàmoderna, esposta nel 2005 alla Biblioteca Nazionale e all’Archivio Centrale Italiano, porta visibilmente la sua impronta grafica. Due dipinti di questa serie iniziale sono esposti permanentemente all’Archivio Centrale.

Ma come è giunta dal Tunnel neorealista al Castello di Schwerin neoromantico? Che cos’è successo tra il 2005 e il 2013? “Architettura, paesaggi e ritratti erano da sempre la mia passione” dice. Il lavoro della comunicazione visuale che l’aveva plasmata ha inevitabilmente prodotto delle opere come Tunnel e Mannequins.“Ho sempre dipinto architettura, gente e paesaggi italiani e dell’Europa del nord. Per me la pittura non racchiude né misteri né difficoltà, ed è l’unico territorio sul quale mi arrischio senza timore ed incertezze” aggiunge.

 Mysterium Myterium

L’accompagniamo nel suo percorso verso il mondo delle vedute sognate attraverso il Tunnel rosso sangue e arancio intenso, che al suo interno immagazzina ancora un po’ di luce romana, oppure vediamo i fanalini di coda vacillanti e lampeggianti della metropolitana grigia marrone che si allontana dai nostri occhi – scostante e fredda. Qui ha dipinto il tremolio che noi crediamo vedere quando rumore, luce e polvere si mescolano (“è uno dei miei quadri preferiti e si trova nel mio ufficio”). Mi vengono in mente i dipinti delle candele di Gerhard Richter! Procediamo oltre, attraverso mura di un bianco accecante, cortili inondati di luce, scale a chiocciola del Bauhaus, sorpassando le Mannequins altere e mute. Le sedie nella stanza abbandonata piena di sole le servono forse per la sosta e la meditazione prima di fare il prossimo passo.

c Antonella Papa (bevorzugt) Il Castello de Schwerin

Prima di cimentarsi con opere nuove come il simbolico Castello di Schwerin di piccola dimensione e il dipinto tondo Regina Viarum (ambedue 2012/2013) che dimostrano la sua chiusura definitiva con la grafica e il recupero del suo pennello a 5 peli. Tiziana strizza l’occhio alla tradizione dei vecchi Fiamminghi – quasi come in una camera oscura – e fa un esercizio di pazienza.

Il castello misterioso etereo e quasi invisibile, proiettato nel dipinto dietro il parco, oppure le rovine della villa rosso mattone, bagnate e scintillanti tra i pini romani, e le pietre giganti irregolari, slavate da duemila anni di pioggia della Via Appia Antica che si estende illimitata, sembrano condannare la Città moderna nel passato futuro.

I suoi maestri Claude de Lorrain e Johann Friedrich Overbeck come pure Giorgio de Chirico si danno qui la mano, e il risultato sono quelle splendide piccole tavolette di miniatura alla maniera fiamminga del tardo Medioevo che invitano a farsi guardare attraverso una lente d’ingrandimento.

Miti, Metafore, Misteri

Fabula, Ancilla, Veritatis – quest’è il titolo che Giovanni Papi ha dato all’esposizione che attualmente è in corso a Roma.

Nel 1805 i Nazareni venivano da Vienna a Roma e continuavano – alla ricerca del Rinascimento – la glorificazione delle rovine del settecento nel classicismo di Winkelmann e di Mengs. A Olevano Romano si può passeggiare ancora oggi sulle loro orme. Qui è la fonte del paesaggio ideale, qui c’è un brulicare di leggende. Ogni ramo e ogni rovina da uno spunto alla fantasia.

Se osserviamo le tavole di Tiziana più a lungo, si rivelano saghe e leggende religiose, si scioglie forse addirittura qualche enigma tra i rosa pompeiani, le rovine circondate da pini, o s’illuminano i segreti occulti della Badia di San Sebastiano. Accompagnati dal soffio del vento, nell’ombra di de Chirico, ci sentiamo addosso un brivido di tarda estate, quando il sole, diventato traditore, non riscalda più gli angoli in ombra.

Mysterium (2008) è il titolo di uno dei più grandi lavori (120 x 120 cm) – il fonte battesimale si erge manieristico ed enigmatico davanti a tre finestre romaniche ad arco tondo. Una luce marrone giallastra e l’ombra si disputano la supremazia. Si trattiene il respiro per non perdere niente o per non essere sorpresi.

La luce come serva della verità. Sterile, pulita e surreale, fredda, chiara e bella da soffocare, così si potrebbe descrivere la luce che ci accompagna nel passeggiare terreno. Tiziana ha un’anima romantica tedesca e giunge attraverso le tracce e le pietre della storia, attraverso la scuola del 19esimo e 20esimo secolo per arrivare in quello 21esimo. Lei li ha studiati quei pellegrini dell’arte che si erano stabiliti qui nel 18esimo e 19esimo secolo.

Malgrado ciò, lei si avvicina ai paesaggi e alla luce in modo soggettivo e personale, come deve essere rappresentato nel 21esimo secolo, anche se noi – contemplando le sue opere – pensiamo a Böcklin, Ernst o Morandi.

Attualmente Tiziana Morganti si confronta con il più famoso di tutti i turisti italiani. Vuole realizzare il suo Grand Tour personale e fissare sulla tela tutti i posti e le località che Goethe ha visitato in Italia. Ha in testa di realizzare „il suo ritratto di Goethe“ un dipinto inedito dice Tiziana „come se lui tornasse qui, tra noi, per mostrarci una parte di sè che non conoscevamo“. Ma è ancora un „lavoro in corso“ e lo guardiamo con un pò di mistero.

 Il Parco della Villa d'Ombrosa-Il Parco della Villa d’Ombrosa

Lo storico d’arte italiano, il freudiano Filippo Ferri, ha scritto in un catalogo per una mostra privata con il meraviglioso titolo Icone del Silenzio: Il tempo si ferma, una luce indefinita si spande: è mattino, mezzogiorno o addirittura già il crepuscolo? Nello stesso modo in cui si annunciano le stagioni misteriosamente, cieli plumbei circondano monumenti spettrali, è il verde primaverile dei boschi che brilla, o sono i colori rossi giallastri dell’autunno?”

Una delle ultime opere di Tiziana ha il titolo Il Parco della Villa d’Ombrosa. E’ un omaggio alla storia surrealista di Italo Calvino Il barone rampante. Una celebrazione del Rinascimento, anche se la freddezza tipica di Tiziana e il Barone sugli alberi ricordano i surrealisti o Magritte. Uno sguardo struggente e chiaro attraverso la finestra con l’inferriata che apre la porta del mondo e noi abbandoniamo lo spazio con gli occhi. Simmetria e proporzione sono perfette.

Quanta bellezza il cuore riceve dagli occhi aveva detto Leonardo. Le sue parole ci conducono nell’arcadia di Tiziana.

Christa Blenk, 21 Dicembre 2013

fotos:©Antonella Papa

tradotto da Brigitte Mayer

Versione originale (tedesco) per KULTURA EXTRA

 

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