5 novembre 2013 0 Commentaire

The Cast – un viaggio attraverso il cinema italiano

articolo per KULTURA EXTRA en tedesco -  26.9.2013

The Cast - un viaggio attraverso il cinema italiano dans Art wedemeyer-150x150

Nell’atelier di Pigmalione

L’artista esperto in opere video Clemens von Wedemeyer attualmente è borsista della prestigiosa Accademia Tedesca Villa Massimo a Roma. Da ottobre presenta al MAXXI (Museo delle arti del XXI Secolo) i suoi quattro nuovi lavori: Eine Reise durch das Italienische Kino (un viaggio attraverso il cinema italiano), a cura di Giulia Ferracci.

Mito Cinecittà: “Il cinema è l’arma più potente” sembra che abbia detto Mussolini, dittatore e appassionato di cinema, nel 1937, in occasione dell’inaugurazione di Cinecittà, inventandosi lui stesso cameraman in questa città del cinema. Se pensasse ad Eisenstein o ad Alexander Newski non ci è (a tutt’oggi) dato di sapere. Bombardata e alquanto distrutta, Cinecittà (la cui storia non è stata soltanto gloriosa) durante la seconda guerra mondiale servì anche come rifugio per profughi.

Roberto Rossellini, Vittorio de Sica, Visconti e Fellini diventarono miti insieme a Cinecittà. Tuttavia, produzioni mastodontiche come Ben Hur e Quo Vadis alla fine degli anni ‘50 diedero inizio a una decadenza strisciante. Infine, gli inevitabili e passabili western all’italiana a metà degli anni sessanta, hanno poi dato l’ultimo colpo di grazia a questo dubbioso luogo di culto. Tramontò il cinema intellettuale e successivamente fece la sua comparsa Sergio Leone. Cinecittà si trascinò ulteriormente fino alla bancarotta quasi totale per arrivare infine alla privatizzazione nel 1997. Martin Scorsese vi girò Gangs of New York e Mel Gibson la sua Passione di Cristo. Nel 2007 oltre 2000 m² furono distrutti da un vasto incendio e attualmente Cinecittà giace mezza abbandonata alle porte di Roma, in attesa di essere riutilizzata. Oggi si realizzano al massimo degli spot pubblicitari e delle serie TV.

Clemens von Wedemeyer è nato nel 1974 e conosce i tempi gloriosi del cinema italiano soltanto dagli archivi delle cineteche. Il suo sguardo nostalgico sul cinema italiano è originale e pieno d’inventiva.

Già fin dalla prima istallazione il visitatore può guardare dietro le quinte di Cinecittà. Si gira con gli occhi a semicerchio tridimensionale nel magazzino delle attrezzature, tra sculture, braccia, gambe, parrucche, vestiti, i più svariati utensili di decorazione, cartapesta e gesso – quasi come in un quadro di Jean-Léon Gérôme.

Dietro – in un piano più in basso – scorrono spezzoni di film in lastre di vetro inserite nel pavimento. Ed infine, nella parte posteriore, THE CAST.

Poltroncine da cinema, grande schermo, ci riportano all’anno 1958. Si gira Ben Hur e come tutti quelli che hanno visto il film polpettone sanno, brulica di persone, cioè di comparse. Erano stati chiamati 4000 romani e ne vennero scelti soltanto 1500. Il critico d’arte Mino Argentieri riferì nell’Unità del 7 giugno 1958 della rivoluzione avvenuta durante le riprese. Secondo quanto si era saputo, gli aspiranti avrebbero addirittura pagato per potersi presentare. Gli esclusi avevano poi assalito le porte di Cinecittà e dovette intervenire la polizia. Vediamo cartelli in lingua italiana e inglese con la scritta: Warning: The money you earn is entirely yours. Do not give any percentage or gift to anyone. Any person who requests any ricompense for the job are punishable by law.Malgrado ciò, dei biglietti accartocciati di Lire cambiarono di nascosto proprietario in un’atmosfera di speranza.

Il film emana un freddo surrealista e metafisico alla De Chirico. Ciò dipende anche dal fatto che è stato girato sullo sfondo dell’architettura fascista dell’EUR. I collaboratori nel cast di Wedemeyer sono gli attuali occupanti e attori di uno dei teatri più antichi di Roma, del Teatro Valle. Questo teatro doveva essere chiuso ed è da tempo al centro di polemiche.

Clemens von Wedemeyer mette sapientemente in relazione la mitologia greca e lo charme degli anni ‘50, che si assomigliano sorprendentemente, e gli spettatori fanno quello che devono fare: osservano.

Nell’ultima sala noi visitatori veniamo confrontati con Deucalione (Prometeo) e Pirra. Sono collocati davanti alla grande finestra panoramica, tengono in mano dei sassi e guardano verso Roma. Anche qui ci sono gambe artificiali per terra. Non è chiaro se si gettano alle spalle i sassi o le gambe come chiedeva l’oracolo. Ma forse è anche l’atelier di Pigmalione che tenta d’infondere un anelito di nuova vita a Cinecittà (o al Teatro Valle).

p1090927-150x150 dans Art Centrale Montemartino

Christa Blenk -  26.9.2013

tradotto da Brigitte Mayer

Laisser un commentaire

LES PEINTURES ACRYLIQUES DE... |
ma passion la peinture |
Tom et Louisa |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | L'oiseau jongleur et les oi...
| les tableaux de marie
| création